LA STAZIONE DI LIVORNO CENTRALE


Il fabbricato viaggiatori durante i lavori di costruzione
Il fabbricato viaggiatori durante i lavori di costruzione

Nel contesto della costruzione della linea Livorno-Vada, meritano di essere analizzate le vicende che portarono alla costruzione della stazione di Livorno Centrale, ovvero del più importante fabbricato costruito lungo la nuova strada ferrata.

L'ubicazione della stazione fu oggetto di numerose ipotesi e diede vita ad accesi dibattiti tra sostenitori di idee ed interessi diversi. Tra le aree prese in considerazione vi erano quelle poste sull'asse del prolungamento della via Ricasoli, in prossimità della Porta a Colline (già Porta San Leopoldo) e di Barriera Garibaldi. Tra le varie proposte è doveroso ricordare quella dell'ingegner Solari, che già nel 1872 aveva presentato un progetto per portare la ferrovia sul porto mediceo, lungo il mare, sfruttando gli antichi bastioni per farla correre sopraelevata; egli sosteneva che la nuova stazione avrebbe potuto essere realizzata tra il Cisternone e la cinta doganale, in quanto quella zona era occupata da pochissimi fabbricati e di poco valore. Decisamente più attenta allo sviluppo urbano della città era la visione dell'ingegnere comunale Angiolo Badaloni, il quale asseriva che dalla porta Collina alla barriera Regina Margherita la città poco può ingrandirsi sia pel mare che per i cimiteri, mentre potrebbe estendersi lungo l'amenissimo Viale degli Acquedotti, e verso Porta alle Colline se queste località non verranno separate dalla città dal poderoso fascio dei binari della stazione oltre la quale a poco potrebbe sorridere l'idea di stabilirsi.

Lo stabilimento termale Acque della Salute, inaugurato nel 1904
Lo stabilimento termale Acque della Salute, inaugurato nel 1904

Alla proposta del Badaloni era fortemente interessata la società anonima Acque della Salute, la quale, in quegli stessi anni, si era fatta promotrice di un ambizioso progetto per lo sfruttamento di alcune polle d'acqua scoperte al termine del rettifilo degli Acquedotti e aveva incaricato lo stesso ingegnere di predisporre il disegno di un grandioso stabilimento termale. Ai fini della buona riuscita dell'impresa, per la società e per l'ingegner Badaloni, era conveniente che le terme si trovassero nei pressi della stazione, nella fascia di città chiusa entro i binari.

Perciò, scartate le diverse ipotesi, la commissione tecnica incaricata di individuare l'ubicazione del nuovo scalo ferroviario, nella seduta del 31 gennaio 1905, stabilì che il fabbricato viaggiatori sarebbe dovuto sorgere nei pressi dello stabilimento termale, nell'area del cosiddetto Campo di Marte. L'area designata era costituita da una vasto appezzamento non urbanizzato, in cui, sino ad allora, si erano tenute le esercitazioni militari e dove, nel 1868, aveva inaugurato la propria attività sportiva la Società Livornese per le Corse dei Cavalli.

Il progetto del fabbricato viaggiatori fu oggetto di numerose modifiche e ripensamenti in corso d'opera.

Il primo progetto della nuova stazione, presentato dall'impresa appaltatrice del comm. Parisi, fu ritenuto inadeguato dal punto di vista dimensionale. Tra i vari punti sollevati dalla commissione, vi era la necessità di abolire i pilastri nell'atrio e la soppressione del porticato esterno. Nel 1907, il disegno della facciata fu rivisto dalla stessa commissione sulla base di un disegno dell'ingegner Frullani, cui si deve l'inserimento di una grande arcata Liberty e del fregio centrale.

I lavori procedettero speditamente; il 29 febbraio 1910 venne svolta un'ispezione di tutta la linea, fino alla stazione di Vada, che permise di constatare la conclusione delle opere principali e convinse la commissione a chiedere l'apertura della tratta prima della stagione estiva. La solenne inaugurazione si tenne il 3 luglio 1910 (data ancora impressa alla base di lampioni situati davanti al fabbricato viaggiatori).

 Nell'occasione l'area del "Campo di Marte", dove alcuni anni prima si era esibito il circo di Buffalo Bill, fu trasformata in una vasta piazza alberata, caratterizzata, verso il grande Albergo Corallo, da un laghetto di stampo romantico (oggi scomparso).

 

A distanza di oltre un secolo, non possiamo far a meno di notare come le suggestioni della tarda Belle Epoque livornese siano ormai ridotte ad un ricordo sbiadito. La decadenza generale della piazza, l'assenza di qualsivoglia arredo urbano, lo stato di abbandono del complesso termale Acque della Salute e dell'Albergo Corallo, la presenza del cavalcavia costruito nei primi anni ottanta del Novecento sulla vicina linea ferroviaria, la realizzazione, sull'asse del viale Carducci, di una rotatoria che ha compromesso la prospettiva verso il fabbricato viaggiatori e ha trasformato in un caotico parcheggio l'ultimo tratto del viale anzidetto, sono solo istantanee di un quadro generale su cui sarebbe doveroso porre le dovute attenzioni.